Con i suoi
trecentododici mila abitanti (pochi di più per la verità), il Molise vanta due particolarità:
essere la seconda regione più piccola d’Italia dopo la Valle d’Aosta, avendo però il primato di essere la comunità amministrativa più giovane del Paese. Terra
poco conosciuta ma dalla grandi potenzialità dove, olio, tartufo e formaggio,
insieme al vino, sono le produzioni più importanti con eccellenze di primissima
qualità. Ghiotta occasione per degustare, apprezzare e conoscere tutto questo è
stata la manifestazione “Il Molise a Roma”, svoltasi lo scorso 28 Febbraio a
Villa Rinaldo all’Acquedotto, dove questa Regione ha potuto mostrare davvero il
meglio di se. Si sono confrontati produttori di olio, tartufi, formaggi e
naturalmente di vino, produzione questa che negli ultimi anni sta avendo un
notevole successo grazie anche alla riscoperta ed alla cura del suo vitigno
principe: la Tintilia. Regione prevalentemente montuosa, costituita da rocce
mioceniche, cretaciche e giurassiche, cui si è sovrapposta una formazione
calcarea e di ciottoli che di fatto formano la tipologia del terreno. Nella
zona pianeggiante invece, il terreno è costituito da argilla e sabbia
soprattutto nelle zone che costeggiano i due fiumi, il Biferno e il Trigno. Nella
zona pianeggiante di Larino invece la composizione del territorio è
principalmente costituita di calcare bianco. Clima semicontinentale con
primavere, nelle stagioni normali, molto piovose.
Se all’inizio
del secolo, fino alla fine degli anni sessanta, la produzione vitivinicola
Molisana era destinata soprattutto ad uso familiare (autoconsumo) con poca
attenzione verso la qualità, il cambio di rotta è diventato inevitabile quando
si sono realmente capite le importanti potenzialità che vitigni e territorio
potevano esprimere. Parliamo di un territorio dove l’ 80% della produzione è
costituito da vini con base a bacca rossa ed il restante, naturalmente, a bacca
bianca. Vicino a vitigni come il Montepulciano, l’ Aglianico, il Merlot, il
Cabernet Sauvignon ed altri, senza dubbio riveste un ruolo di prim’ordine la
Tintilia, vero vitigno autoctono della regione. Per quanto riguarda invece i
vitigni a bacca bianca, trovano ottime espressioni la Falangina, la Malvasia ed
il Trebbiano che però sono in netta minoranza rispetto ai vitigni a bacca
rossa.
Come detto, la
Tintilia è la regina del Molise, autoctono della regione, si pensava fosse un
parente stretto del Bovale grosso Sardo, ma gli studi del dna hanno sancito che
non esiste nessuna parentela tra i due vitigni. Dal grappolo piccolo e spargolo
con acino dalla buccia mediamente spessa, molto pruinosa, di colore blu-nero
ricca di antociani, ha rese molto basse che si aggirano intorno ai 35/40
quintali per ettaro. A dire il vero il disciplinare della Tintilia del Molise D.O.C. permetterebbe rese maggiori ma i produttori,
attenti ad una produzione di qualità, preferiscono restare molto al di sotto
delle rese consentite. Le caratteristiche di questo vitigno sono molto
particolari come particolari sono i suoi sentori. Piccoli frutti del
sottobosco, floreale, note di speziatura dolce, tostatura, cuoio e pellame,
formano sovente il bouquet olfattivo dei vini prodotti con questo vitigno (il
disciplinare ne consente un minino del 95%, praticamente in purezza), anche se
molti produttori dichiarano di affinare il proprio prodotto solamente in
acciaio. Alcolicità, acidità, tannicità e sapidità (quest’ultima a seconda
della zona di produzione) sono le altre caratteristiche dei vini prodotti con
questo vitigno. Vino che naturalmente si presta moto bene all’invecchiamento
dove tannicità, alcolicità, corpo e acidità garantiscono lunga vita ad ogni bottiglia. Anche
il colore ha le sue particolarità. Da giovane i vini a base di questo vitigno
si presentano tutti di un coloro rosso rubino intenso, molto scuro quasi
impenetrabile, che con il passare degli anni vira a tonalità più decisamente granate.
Ho potuto
verificare quanto sopra scritto partecipando ad un bellissimo seminario proprio
sulla Tintilia del Molise curato e presentato dalla docente nazionale ONAV
Sig.ra Carla Iorio che con capacità ha saputo condurci attraverso il territorio
del Molise e nelle zone di eccellenza di produzione della Tintilia. Di seguito i
vini degustati in rigoroso ordine di servizio.
1) Collequinto Anno 2015
- Gradi 13,5° - Cantina Claudio Cipressi
2) Lagena Anno 2014 - Gradi
13,5° - Cantina Angelo D’Uva
3) Re Bove Anno 2012- Gradi
14° - Cantina Cieri
4) Opalia Anno 2010 -
Gradi 14° - Cantina Campi Valerio
5) Tintilia del Molise Anno
2012 – Gradi 14,5° - Cantina Catabbo
6) Sator Anno 2012 - Gradi
14,5° - Cantina Cianfagna
7) Rutilia Anno 2011 - Gradi
14° - Cantina Salvatore Pasquale
8) Uva Nera Anno 2009 -
Gradi 14 – La Cantina di Remo
Permettetemi di
segnalare fuori degustazione un vino che mi ha davvero colpito per eleganza, finezza,
potenza e complessità olfattiva. La Cantina è quella del Sig. Claudio Cipressi
il quale mi ha fatto degustare il “suo” Macchia Rossa del 2011, Tintilia in
purezza con gradazione alcolica di 14,5° invecchiata solo e soltanto in
acciaio. Alla mia domanda perché avesse fatto la scelta di non usare legno per
l’invecchiamento di questo vino, la sua risposta testuale è stata la seguente: “io devo farti sentire, conoscere la vera
espressione della Tintilia senza camuffarla con niente. Se non facessi questo
tradirei la mia terra…”
Franchini
Filippo