Durante
la manifestazione Radda nel Bicchiere 2015, la suggestiva Sala del Podestà del Comune di Radda in
Chianti è stato il centro di un’interessante confronto tra due zone Italiane
dove il dogma principale è quello della produzione di vini di alta qualità. Da
una parte la Valtellina, dall’ altra la zona del Chianti Classico di Radda, espressioni diverse ma con tanti elementi in
comune. Oratore della degustazione alla cieca il Dott. Armando Castagno che con
sapiente semplicità, ha condotto tutti i presenti alla scoperta di questi
territori attraverso l’elemento fondamentale che accomuna queste due zone d’Italia:
il vino. Conoscere il territorio, saper valorizzare i vitigni in esso
coltivati, sono stati gli elementi principali di questo stupendo viaggio, illustrando approfonditamente due realtà di sicura importanza nel
palcoscenico vitivinicolo. Mentre il Chianti di Radda dove il territorio, mediamente
situato a più di 400 metri s.l.m. è costituito da Alberese (calcare), Galestro
(uno strato di argilla compatta), Macigno (composti sabbiosi) e formazioni
miste (Alberese, Macigno e Galestro), in Valtellina la conformazione del
terreno è tutta a base di Gneiss (di almeno 9 tipologie diverse), una roccia
metamorfica scistosa che di fatto costituisce il territorio Valtellinese. E’ proprio
questa conformazione a rendere unici i vini prodotti in questa zona, aventi
come caratteristiche principali acidità e sapidità con profumi molti eleganti e
netti. Altra caratteristica della Valtellina sono le scarse precipitazioni.
Nonostante l’alto tasso di umidità, non piove molto, e le grandi escursioni termiche
notte/giorno, permettono un’ottima concentrazione dei profumi nell’ uva.
Se l’uvaggio principale di
Radda è senza dubbio il Sangiovese, in Valtellina ha grandissima importanza il
Nebbiolo che in questa parte della Lombardia prende il nome di Chiavennasca. Ma
come parlare della Valtellina senza indicare le sue importanti cinque zone di
produzione ormai famose in tutto il mondo? Da ovest ad est eccole elencate sottolineando
di ognuna particolarità e caratteristiche del vino in esse prodotto.
Maroggia dove si producono vini
delicati ed eleganti delle volte sfuggenti ma senza dubbio riconoscibili. Sassella
da molti considerata la zona migliore per la produzione di vino con i suoi
tipici terrazzamenti, da vita a prodotti molto netti, decisi e potenti, dalla
grande struttura. Grumello dove si producono vini molto delicati,
contraddistinti da una grande morbidezza e dalla suprema eleganza, veri cavalli
di razza dove lavanda ed iris sono i sentori principali. Inferno già il
nome la dice lunga sulle caratteristiche territoriali e climatiche di questa parte
di Valtellina. Difficoltà di lavorazione dei vigneti e tanto caldo sono le caratteristiche
principali di questa zona dove le vendemmie vengono fatte (come nelle altre sottozone)
rigorosamente a mano. Vigneti posti su pendenze incredibili e l’alta
temperatura data anche dal riflesso del sole sulle rocce che affiorano dal
terreno, fanno di questo territorio un vero girone Dantesco producendo però
ottimi vini, molto alcolici ma di grande eleganza gusto-olfattiva. Ed infine Valgella,
territorio leggermente più a est e distante dagli altri quattro, composto
principalmente da piccole valli dove si produce un Chiavennasca dai sentori
fini ed eleganti.
Ma in Valtellina non si produce
solo Chiavennasca. Infatti vicino al vitigno più importante sono coltivati
tutta una serie di uvaggi da non sottovalutare. La Rossola Nera (autoctono), la
Pignola Valtellinese (conferisce al vino alcolicità), la Brugnola di Valtellina
(deriva dal vitigno Fortana conferendo al vino sia acidità che colore senza
però influire minimamente sull’alcolicità e sulla tannicità).
Per concludere questo
affascinante percorso permettetemi di dedicare due parole al Dott. Armando Castagno,
vero professionista e docente di indiscussa capacità, il tutto bagnato da
quella semplice umiltà che lo rendono indubbiamente una vera icona nel mondo
del vino riuscendo a tenere tutti i presenti incollati alle sedie per più di
due ore. Shapò!
Di seguito i vini degustati
alla cieca in rigoroso ordine di servizio:
1 - Valtellina Superiore Docg
2011 zona Grumello ed Inferno (100% Chiavennasca) Azienda: DIRUPI
2 - Chianti Classico Docg 2012 (90%
Sangiovese, 10% altri autoctoni) Azienda: ISTINE
3 - Valtellina Superiore Docg
2011 zona Grumello (100% Chiavennasca) Azienda: ALBERTO MARSETTI
4 – Pian del Ciampolo, Chianti
Classico Docg 2012 ( 90% Sangiovese, 5% Canaiolo, 5% Colorino) Azienda:
MONTEVERTINE
5 - Valtellina Superiore Docg
2011 zona Inferno (100% Chiavennasca) Azienda: ALDO RAINOLDI
6 – Chianti Classico Docg 2012
(100% Sangiovese) Azienda: L’ERTA DI RADDA
7 – Chianti Classico Docg 2012
(100% Sangiovese) Azienda: POGGERINO
8 – Valtellina Superiore Docg
2011 zona Sassella (100% Chiavennasca) Azienda: ARPEPE
9 – Chianti Classico Docg 2012
(95% Sangiovese, 5% Canaiolo) Azienda: VAL DELLE CORTI.
Filippo Franchini
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