domenica 3 dicembre 2023

 

FIVI – Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti

MERCATO DEI VINI DEI VIGNAIOLI INDIPENDENDI


C’era molta attesa per la 12esima edizione del Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti, soprattutto per il cambio di location, che ha visto debuttare la manifestazione negli spazi di Bologna Fiere. Una scelta dettata anche dal numero degli espositori che ha superato i mille partecipanti (per gli amanti dei freddi numeri 985 Vignaioli Indipendenti e 29 Olivicoltori anch’essi Indipendenti), con un incremento significativo rispetto ai passati appuntamenti.

Ma come spesso si usa dire, buona, anzi, ottima la prima! Un successo che è andato al di là di ogni più rosea aspettativa, per un mercato che ormai è diventato un’icona, punto di riferimento, per tutti i Wine Lovers (e non solo), un appuntamento a cui non si può rinunciare.

I numeri di questa edizione parlano da soli. Come già detto, un incremento sensibile degli espositori, degli ingressi dei visitatori nei tre giorni di mercato (circa duemila in più rispetto all’anno 2022), per un’offerta qualitativa davvero di altissimo livello. Ma è proprio la definizione di mercato che continua a essere l’arma vincente. La possibilità di poter conversare, senza tanti fronzoli, con i gentilissimi Vignaioli che non si sono sottratti alle domande e richieste di tutti coloro che hanno preso d’assalto i vari banchi d’assaggio, ottimamente disposti in due padiglioni ben organizzati e fruibili. Quella atmosfera che solo in una manifestazione di questo tipo si può respirare grazie proprio ai Vignaioli (tutti) che con emozione, empatia, serietà e professionalità, hanno raccontato il territorio di provenienza, il senso stesso di essere vignaiolo, convinti di una filosofia produttiva imprescindibile dal loro lavoro, e che sostengono senza se e senza ma. Entusiasmo ed emozione che potevano essere toccati con mano. Insomma un mercato che in questa edizione, come in tutte le altre, ha confermato la bontà e la qualità di tutti i prodotti presentati, per una formula vincente che, con pochi accorgimenti, diventerà perfetta. Ma dopo una tre giorni così intensa, anche i piccoli contrattempi, possono essere dimenticati. Il debutto è stato più che soddisfacente, in spasmodica attesa per l’edizione 2024!

Il Mercato dei Vini, ha regalato non solo emozioni, ma anche ottimi assaggi. Di seguito le bottiglie che ci hanno particolarmente colpito, di quelle che abbiamo potuto (per tempo) degustare.

Azienda Agricola Biologica Cioti – ALARIUS Trebbiano d’Abruzzo IGT 2022 12,5% (100% Trebbiano d’Abruzzo). Ottenuto da sole uve di Trebbiano, questa etichetta esprime tutte le caratteristiche tipiche del vitigno. Prodotto da vigneti di alta collina, il vino si presenta di buona acidità e sapidità. Al naso sprigiona profumi agrumati, esotici e fiori bianchi. Ottima la mineralità che rende questo nettare croccante e dalla facile beva. Freschezza e mineralità si confermano anche al palato. Chiusura leggermente amaricante, per un vino che fa della sua semplicità, nel senso buono della parola, il suo punto di forza. Abbinate questa bottiglia a semplici antipasti di mare oppure a della verdura fritta. Servitelo a una temperatura di 8°C

Le Cantine dell’Averno – FALANGHINA Campi Flegrei DOC 2022 12,5% (100% Falanghina). Vinificato a temperatura controllata con la tecnica della “Criomacerazione”, viene fermentato e affinato in soli contenitori di acciaio.  Dal colore giallo paglierino intenso, al naso si fa apprezzare per eleganti profumi di frutta a polpa bianca fresca e agrume, seguito da delicate note floreali e intensa mineralità. Al palato padroneggiano freschezza e sapidità, grazie anche al terreno in cui i vigneti vengono coltivati. Di buona struttura generale, nonostante una gradazione alcolica non troppo elevata. Abbinate questa bottiglia alla classica linguina alla vongole veraci, sarà un vero e proprio successo. Servitelo a una temperatura di 8°C 

Azienda Vitivinicola Bussi Piero – CALOSSO DOC 2021 14% (100% Gamba di Pernice). Prodotto da uno dei più antichi vitigni piemontesi, il Gamba di Pernice, questa bottiglia è stata una vera e propria scoperta. Il Calosso deve invecchiare minimo 20 mesi prima della messa in commercio e all’esame visivo, si presenta di colore rosso rubino intenso. Al naso è molto particolare e intrigante; ciliegia e amarena sotto spirito predominano dal punto di vista della frutta, mentre per quanto riguarda i terziari, intense note balsamiche, speziatura e una leggerissima tosatura, completano un bouquet olfattivo complesso ed elegante. Alla beva il tannino è morbido, rotondo, accompagnato da buona acidità, nonostante la struttura non sia troppo poderosa. Vino longevo che può sicuramente invecchiare diversi anni senza perdere le proprie caratteristiche. Abbinate questa bottiglia a carni rosse dalla media/lunga cottura. Servitelo a una temperatura di 18°C

Pesolillo Tenuta Agricola – MONTEPULCIANO D’ABRUZZO RISERVA DOC 2019 15% (100% Montepulciano d’Abruzzo). Prodotto solo nelle migliori annate dai vigneti storici, questo Montepulciano rappresenta alla perfezione il matrimonio tra vite, uomo e terra. Invecchiato per 12/14 mesi in tonneaux e barriques, nel bicchiere si presenta di coloro rosso rubino impenetrabile con stupendi riflessi granati. Al naso è un’esplosione di profumi; frutta rossa molto matura, quasi sotto spirito, dove spiccano sentori di ribes, mirtillo e prugna, degnamente circondate da speziatura, tabacco, vaniglia e la classica tostatura devirante dal legno. Uno spettro olfattivo davvero importante, per un vino complesso e opulento. Alla beva, il Montepulciano non tradisce le aspettative. Tannino ben presente ma di ottima qualità, accompagnato fa freschezza e acidità che fanno capire che siamo davanti a un vino dalla struttura importate e dalla sicura longevità. Ottima l’armoniosità di tutte le componenti, che esprimeranno tutte le potenzialità nei prossimi anni. Abbinare una bottiglia di questo genere non è semplice. Provate con formaggi dalla lunga stagionatura, oppure come vino da meditazione nelle fredde sere invernali. Servitelo a una temperatura di 20°C

Società Agricola Antico Castello – MASSALE Taurasi Riserva DOCG 2013 14,5% (100% Aglianico clone “Coda di cavallo”). Fermentato e macerato per circa 30 giorni a temperatura controllata, invecchia in botti da 25/50 hl per poi affinare, per lungi periodi, in bottiglia, prima della messa in commercio. Annata molto importante che esprime tutte le sue eccezionali qualità nel bicchiere. Dal colore rosso rubino intenso con netti riflessi granati, questo Aglianico in purezza esprime eleganza, potenza e armoniosità. Il bouquet olfattivo è decisamente complesso e articolato dove frutta rossa, spezia, tostatura e note balsamiche, accarezzano delicatamente il naso. L’entrata in bocca è decisa, quasi austera, ma si capisce subito che le varie compenti sono perfettamente integrate, per una beva lunga e decisamente persistente. Per l’abbinamento vi consiglierei piatti a base di selvaggina. Servitelo a una temperatura di 20°C

Azienda Agricola Buzzarone – 13 Montepulciano d’Abruzzo Riserva DOC 2019 14,5% (100% Montepulciano d’Abruzzo). Fermentato in macerazione con le bucce in acciaio a temperatura controllata, affina 13 mesi in tonneaux per poi rimanere 12 mesi in bottiglia prima di essere immesso in commercio. Questo vino è il tipico Montepulciano d’Abruzzo, con tutti i suoi pregi e caratteristiche. Dal colore rosso rubino intenso, al naso si percepiscono profumi di ciliegia e prugna sotto spirito, rosa e leggere sfumature di tostatura. Completano la gamma olfattiva eleganti sentori di spezie, vaniglia e chiodi di garofano. Alla beva si presenta tannico, robusto, lasciando il palato asciutto, fresco e pulito. La forza di questo vino sta proprio in queste eccellenti caratteristiche. Avrà tutto il tempo per smorzare la vigoria di questa tannicità tipica del vitigno. Lungo e persistente, abbinerei questa etichetta a primi con sughi importanti a base di cinghiale oppure capriolo. Servitelo a una temperatura di 18°C

Filippo Franchini 

giovedì 16 novembre 2023

 

MareDiVino 2023


Cala il sipario sulla XXIIª edizione di MareDiVino, la kermesse organizzata dalla FISAR Delegazione Livorno che nei tre giorni di svolgimento, 11, 12 e 13 Novembre, ha confermato lo strepitoso successo degli anni precedenti.
La storica location del Terminal Crociere, ha ospitato oltre 110 espositori tra food, Wine e birre e anche per questa edizione non sono mancate alcune sorprese, grazie all’ottimo lavoro svolto dall’organizzazione, sempre attenta alle novità e al coinvolgimento di partner del mondo enogastronomico.
I cinquanta produttori della provincia di Livorno e della Costa Etrusca, sono stati affiancati per questa edizione, prima assoluta, dai colleghi della Maremma Toscana che in venti unità hanno rappresentato questa importante realtà, facendo degustare ai visitatori, produzioni di ottima qualità, per un territorio tutto da scoprire e dalla indiscussa vocazione vinicola.
Altro fiore all’occhiello della manifestazione è stato il consolidato gemellaggio con la FIVI, il Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti; a testimonianza di questo rinnovato legame con MareDiVino, alcuni produttori sono stati presenti durante i banchi di assaggio. Inoltre, per tutti coloro che parteciperanno al FIVI, in programma nei giorni 25, 26 e 27 Novembre a Bologna, esibendo il biglietto di MareDiVino, potranno accedere al Mercato dei Vini, con una scontistica a loro riservata.
Altra importante novità, è stato l’accordo con Slow Food Toscana, per una rinnovata area esclusivamente riservata al food, con la presenza di tanti presìdi di spiccata qualità; dai pani ai formaggi, dagli insaccati ai dolci tradizionali, comunità che ogni giorno lavorano non solo per salvare dall’estinzione i vari prodotti autoctoni, ma proteggono e tramandano antiche tecniche di produzione, in piena filosofia Slow Food.
Dei tanti vini degustati, per gusto esclusivamente personale, segnaliamo le seguenti etichette.

Azienda Agricola Purovino – IGILIUM Vermentino DOC Maremma 2022 13,5% (100% Vermentino) ottenuto da sole uve Vermentino da pressatura soffice e affinato per sei mesi in botti di cemento, questo vino si presenta fresco, sapido, dalla buona acidità. Al naso sprigiona tutti i profumi tipici del vitigno, dove spiccano note agrumate e esotiche, fiori bianchi e sfumature minerali. L’ingresso in bocca è intrigante, dalla buona struttura generale, chiude leggermente ammandorlato. Ottima la fusione delle varie componenti, che rendono questo Vermentino lungo e persistente, che si lascia bere molto facilmente. Abbinate questo vino ai tipici piatti di pesce della costa maremmana, sarà un successo. Servitelo a una temperatura di 8°C


Fattoria Terre del Marchesato – MARCHESALE Bolgheri Superiore DOC 2020 14% (50% Syrah, 30% Cabernet Sauvignon, 15% Merlot, 5% Petit Verdot). Vinificato in tini conici di acciaio e affinato per 18 mesi in barrique di rovere francese, questo blend rappresenta la filosofia produttiva aziendale. Al naso si fa apprezzare per eleganti profumi di frutta a bacca nera matura, seguiti da intense e delicate note balsamiche e speziate. Ma il bouquet olfattivo lascia spazio anche a sentori di cioccolata e vaniglia. Alla beva il vino si presenta avvolgente, vellutato dimostrando un ottimo equilibrio, di ottima struttura generale. Lungo e persistente. La cucina territoriale offre molte possibilità di abbinamento. Da un primo con cacciagione di pelo, fino al classico formaggio stagionato. Vino molto versatile. Servitelo a una temperatura di 18°C



Fattoria Terre del Marchesato – IL TARABUSO IGT Toscana rosso 2020 14% (100% Cabernet Sauvignon). Vinificato in tini conici di acciaio e affinato per 18 mesi in barrique di rovere francese, questo vino viene prodotto da uve selezionate di Cabernet Sauvignon conquistandoti, fin dal primo sorso, con il suo spiccato carattere. Nel bicchiere si sprigionano profumi di frutta a bacca rossa matura, per poi virare, una volta fatto ossigenare, su terziari eleganti, dove tabacco, menta e cacao esaltano questa bottiglia. L’ingresso in bocca è deciso, caldo, avvolgente. La nota tannica è ben presente ma delicata e vellutata a testimonianza che questo vino, grazie alla sua struttura, acidità e grado alcolico, è destinato a lunghi invecchiamenti. Abbinate questo nettare a carni rosse dalle lunghe cotture. Servitelo a una temperatura di 18°C

Giovanni Persico – PRETE RIBELLE IGT Toscana rosso 2020 15% (50% Cabernet Sauvignon, 50% Cabernet Franc). Affinato per 24 mesi in barrique francesi e per altri 12 mesi in bottiglia, questo vino si presenta di un meraviglioso colore rubino intenso. I profumi sono quelli classici dei vitigni che compongono il blend, dove spicca quello del peperone che domina nel bicchiere. Struttura opulenta, con tannini eleganti e morbidi. Non inganni l’alcolicità. Tutte le componenti rendono questo vino equilibrato grazie anche ad una buona vena acida e alla sapidità. Una bella scoperta unità alla facilità di beva che ha sorpreso. Divertitevi ad abbinarlo con formaggi di media/lunga stagionatura, oppure anche da solo con mordicchiando un pezzo di cioccolato. Servitelo a una temperatura di 18/20°C

Bulichella – COLDIPIETREROSSE Suvereto Cabernet Sauvignon DOCG 2013 14,5% (100% Cabernet Sauvignon). Il Signor Cabernet Sauvignon, si è presentato con tutta la sua potenza in questa bottiglia di dieci anni. Le sfumature di color granato hanno presto lasciato il posto a tutta la materia presente nel bicchiere. Profumi di frutta sotto spirito a bacca rossa, si intrecciano con le note di tabacco, del cioccolato e di caffè, per lasciare spazio nel finale, ad un elegante freschezza di balsamico. Un vino dal grande carattere che nel tempo non ha perso la sua potenza, anzi, continua nel suo lungo cammino. Pieno, opulento, dalla trama tannica avvolgente e vellutata che accarezza il palato. Non sono da meno sapidità e acidità che di fatto rendono questo nettare equilibrato, lungo e persistente. Bottiglia che si lascia bere anche da sola senza tanti abbinamenti, ma se proprio volete un piatto, vi consiglierei un secondo di selvaggina. Servitelo a una temperatura di 20°C magari davanti a un bel focolare.

Morisfarms – AVVOLTORE IGT Toscana rosso 2018 14% (75% Sangiovese, 20% Cabernet Sauvignon, 5% Syrah). Fermentato in vasche di cemento, affinato per circa un anno in barriques e lasciato per sei mesi in bottiglia prima della vendita, esprime tutte le caratteristiche del Sangiovese con quel tocco di internazionale che rendono questa bottiglia intrigante e di grande spessore. Un bouquet olfattivo di primo ordine dove profumi di frutta matura, rosa, violetta e un delicatissimo speziato di pepe nero, ne esaltano l’aromaticità. Corpo, struttura e morbidezza sono le note che caratterizzano questo vino, che si rivela dal buon equilibrio, grazie alla sua freschezza. Chiusura vellutata e avvolgente. Abbinerei questa etichetta a primi con sughi importanti a base di cinghiale oppure capriolo. Servitelo a una temperatura di 18°C

Azienda Agricola Pagani de Marchi – CASA NOCERA IGT Toscana rosso 2020 14% (100% Merlot). Ottenuto con le sole uve di Merlot provenienti dal vigneto “La Nocera”, affina per 18 mesi in barriques francesi, per poi passare in bottiglia per altri 18 mesi. Merlot in purezza dalle indiscusse qualità, dove la grande eleganza, morbidezza e l’ottima freschezza, rappresentano le caratteristiche principali. Lo spettro olfattivo è ampio e variegato per un vino dalla struttura generale importante e dalla trama tannica vellutata e avvolgente che ne confermano tutte le peculiarità. Frutti rossi maturi affiancano terziari intensi, fini ed eleganti quali tabacco e spezie. Vino verticale, di carattere, che ha il pregio di soddisfare anche i palati più esigenti. Alla beva lungo e persistente. Lascatelo ancora in bottiglia, saprà esprimere con il tempo, tutto il meglio. Provate ad abbinare questo vino con un cosciotto di maiale di Cinta Senese cotto alla brace (anche in forno eventualmente), i sensi vi ringrazieranno. Servitelo a una temperatura di 18°C   

 Filippo Franchini     

lunedì 23 ottobre 2023

 Fattoria il Colombaio, tra passato, presente e futuro

Sotto l’attento sguardo delle bellissime Mura del comune di Monteriggioni (SI) e la Via Francigena, si trova l’azienda “Fattoria Agriturismo il Colombaio”, nel cuore della campagna del Chianti, immersi in una zona dove arte, cultura, buon cibo e soprattutto paesaggi mozzafiato, fanno da cornice a questa importante realtà.

Fin dal 1897 la Fattoria il Colombaio è un simbolo della realtà locale, avendo contribuito attivamente allo sviluppo di questo territorio, come testimoniato dai preziosi documenti ritrovati durante la ristrutturazione dell’attuale cantina.

Questa è una zona a fortissima vocazione vitivinicola, dove il Monte Maggio, antico vulcano spento, protegge queste terre con un vero e proprio abbraccio paterno, sotto il quale, la vite, ha trovato il suo ambiente naturale. Grazie alla presenza del monte, questo lembo di Chianti ha un microclima del tutto particolare. La sua protezione permette alla vite di arrivare alla giusta maturazione difendendola da pericolosi agenti atmosferici, che purtroppo, ogni tanto, colpiscono la zona.  

Marco Manganelli, proprietario dell’azienda, è il classico vignaiolo che si è fatto da solo e che da sempre ha seguito il proprio istinto, essendo nato e cresciuto in queste terre che conosce palmo per palmo, solco per solco. Tanta fatica, tanto lavoro, tanta sperimentazione, hanno portato i suoi vini a riscuotere importanti riconoscimenti nazionali e internazionali, che però non hanno scalfito il carattere schietto e diretto di Marco, sempre pronto a nuove sfide, con la consapevolezza che solo la natura può garantire ogni anno vendemmie degne di essere imbottigliate.

Le proprietà del “Colombaio” si estendono per circa 70 ettari, 15 dei quali destinati a vigneto, suddividendo il proprio territorio tra Chianti e Chianti Classico. Da questi terreni, composti principalmente di argilla (quello del Chianti) e calcare (quello del Chianti Classico che danno origine all’omonimo vino e alla Gran Selezione), nascono i vini della Fattoria. Il vitigno principale è naturalmente il Sangiovese, ma trovano spazio anche il Canaiolo (un progetto attualmente allo studio è la vinificazione in purezza con passaggio in legno), il Cabernet Sauvignon e il Franc, il Petit Verdot, il Trebbiano e la Malvasia. Questi due ultimi vitigni vengono usati anche per la produzione di uno squisito Vin Santo del Chianti.

Marco ci accompagna durante la visita in cantina; un tragitto fatto di emozioni, aneddoti e tanto amore per questo lavoro. Lo si evince dalle sue parole, da come parla delle vigne che circondano la cantina e la casa padronale trasformata in un caldo e accogliente agriturismo. La visita non poteva che terminare con la degustazione dei vini prodotti dall’azienda. Il padrone di casa non si è proprio risparmiato; con sottostante la Via Francigena e l’austero Monte Maggio che rifletteva la sua ombra sui campi lavorati, abbiamo iniziato il nostro viaggio.

Le Primule IGT Toscana bianco 2022 13% (70% Trebbiano, 30%Malvasia). Prodotto da vecchi vitigni autoctoni da vigneti che hanno più di 40 anni, questo vino rappresenta il passato e il futuro dell’azienda. La chiave moderna con cui è stato concepito, racchiude tutta la filosofia aziendale. Dal colore giallo paglierino intenso, regala sentori di frutta fresca e fiori bianchi. Al palato si presenta fresco, acido con buona sapidità. Buona la struttura generale. Dal finale lungo e persistente. In retro olfattiva conferma la sua spiccata mineralità lasciando un gradevole sapore di frutta a polpa gialla. Vorrei dire che siamo davanti al classico vino da bordo piscina, ma non le è! Abbinatelo con antipasti e/o primi piatti di pesce, riuscirete a esaltarne le caratteristiche. Servitelo ad una temperatura di 8°C

San Cirino Chianti Colli Senesi DOCG 2021 14% (85% Sangiovese, 15% Canaiolo). Difficile rimanere oggettivi con il vino che ha fatto la storia del “Colombaio”. Un vero e proprio timbro di fabbrica, dove il Sangiovese si esprime in tutte le sue sfaccettature, predominando nei profumi, nel sapore e nella complessità che si addicono a questo vitigno. Dal colore rosso rubino intenso, profumi fini ed eleganti accarezzano il naso. Amarena, ribes, fragola, violetta, compongono un bouquet olfattivo davvero intrigante. Il passaggio in piccole botti di rovere, regalano una piacevolissima speziatura che esalta ancor di più questo vitigno. Annata ancora giovane per una bottiglia che si presenta di buona struttura generale, con un tannino ben percettibile ma non invasivo. Avvolgente, dalla lunga persistenza. Il “ragazzo” si dovrà fare, ma il risultato sarà eccellente. Se fate una grigliata mista di carne, questa bottiglia non potrà mancare anche se il San Cirino è la spiegazione oggettiva della frase “vino a tutto pasto”. Servitelo a 16°C

Gaspero Chianti Classico DOCG 2020 14% (100% Sangiovese). Dalle zone di Castellina in Chianti (SI) e Castelnuovo Berardenga (SI) nascono il Gaspero e la Gran selezione. Due espressioni differenti che regalano grandi bottiglie. Vino complesso, di buona struttura generale, è l’essenza stessa del Chianti Classico senese. Frutta rossa matura, speziature, balsamico si sprigionano dal bicchiere, per un vino dal carattere forte e avvolgente. Il tannino setoso esalta l’eleganza di questo vino che pur essendo ancora giovane, ne fa apprezzare tutta la potenzialità. Lungo e persistente ma che si lascia bere con estrema facilità. Servitelo a una temperatura di 18°C magari, degustandolo con un buon piatto di cacciagione, primi piatti al cinghiale, oppure formaggi stagionati.

Berizio IGT Toscana rosso 2021 14,5% (40% Merlot, 40% Cabernet Sauvignon, 20% Cabernet Franc). Non solo Sangiovese quindi, ma anche un taglio bordolese in terra senese ai piedi di Monteriggioni (SI). Dal colore rosso rubino intenso, questo blend, esprime un bouquet olfattivo davvero interessante. Frutta rossa sotto spirito, delicate note floreali, minerali e vegetali, che chiudono con eleganti speziature. Vino dalla struttura importante, croccante, avvolgente, morbido e dal retrogusto lungo e persistente. Il Berizio difficilmente delude, e nella sua unicità, riesce a mettere d’accordo anche i palati più esigenti. Provatelo come vino da meditazione, sarà una bella sorpresa. Servitelo ad una temperatura di 18°C

Gran Selezione Chianti Classico DOCG 2019 14,5% (100% Sangiovese). E’ la punta di diamante della Fattoria il Colombaio. Un vino che esprime tutta la sua eleganza, carattere, armoniosità. Dal colore rosso rubino intenso, impenetrabile, regala profumi eleganti e persistenti. Dalle note fruttate a quelle floreali, per proseguire con sentori vegetali che lasciano il posto in una sequenza che sembra uno spartito, ad aromi speziati, tostature, tabacco e balsamico. L’ingresso in bocca è caldo, avvolgente. Il suo tannino ben presente ma di ottima qualità, fa capire che, essendo un’annata ancora giovane, dovrà essere, con il tempo, domato. La permanenza in bottiglia farà poi il resto. Retrogusto pulito, lasciando in bocca aromi di liquirizia e vaniglia. Lungo e decisamente persistente, abbinare questa bottiglia è molto facile per chi abita nel cuore del Chianti. Cinghiale in umido e in generale selvaggina da pelo, renderanno onore a questa etichetta. Non sbagliate la temperatura di servizio, sarebbe un sacrilegio. Servitelo a 18/20 °C       

Filippo Franchini 

mercoledì 6 settembre 2023

 

Ancarani, identità Romagnola


La Romagna riserva sempre ottime sorprese e le dolci colline che circondano Faenza, sono state una bella scoperta. Un paesaggio da togliere il fiato dove alberi da frutto, boschi e soprattutto vigneti, orlano un panorama dal sapore antico, storico, dove ogni elemento sembra adeguarsi perfettamente al passare del tempo. 

I molti borghi e casolari immersi nella campagna fanno da contorno alle molte attività presenti nella zona; una vita rurale cadenzata dall’alternarsi delle stagioni e dal ritmo inesorabile della natura.

In questo meraviglioso scenario, si trova l’azienda Ancarani, nata nel 1934 e situata in Loc. Santa Lucia nel comune di Faenza in provincia di Ravenna.

All’arrivo in cantina ci accoglie la vulcanica ed energica Rita, proprietaria e vera anima dell’azienda. Subito ci precisa che la zona è chiamata anche “Oriolo dei Fichi”. Infatti il territorio si estende attorno al borgo e all’antica Torre di Oriolo dei Fichi.

Durante la visita, Rita ci trasmette tutto il suo amore per questa terra e per i vini che produce; autentici, veri, schietti, dove ogni elemento rappresenta alla perfezione il territorio di provenienza a cui la stessa Rita, e tutta la sua famiglia, sono fortemente legati.

L’attenzione e il rispetto dell’ambiente, rappresentano le colonne portanti della filosofia aziendale unita a una forte passione per il lavoro svolto che ritroviamo in ogni bicchiere dei vini degustati.

Azienda a conduzione familiare, le vigne ricoprono un totale di 14 ettari per una produzione di circa 56.000 bottiglie. Anche la composizione del terreno non è omogenea. Infatti i vigneti sono coltivati su tre tipologie differenti; troviamo una parte costituita da argilla, una da sabbia e infine calcare.

Su questa varietà territoriale, si producono i tipici vitigni autoctoni locali soprattutto Sangiovese, Albana, Famoso, Centesimino e Trebbiano tutti rigorosamente vendemmiati a mano, e per alcune tipologie di vino, con la selezione dei migliori grappoli a più passaggi. 

La padrona di casa non si è davvero risparmiata, facendoci degustare tutti i vini prodotti dall’azienda. Difficile fare una scelta, ma seguendo il gusto del tutto personale, abbiamo selezionato queste vere e proprie chicche.


Santa Lusa DOCG 2021 14% (100% Albana bianco). Grazie alla vendemmia manuale con la selezione dei migliori grappoli raccolti a più passaggi nella prima metà di settembre, alla fermentazione sulle bucce e susseguente affinamento in vasche di cemento per almeno 10 mesi, con permanenza in bottiglia per almeno 6 mesi prima della messa in vendita, questo stupendo nettare si presenta di colore giallo dorato intenso, con leggeri riflessi ambrati. Il bouquet olfattivo è una vera esplosione di profumi. Fiori gialli, frutta a polpa gialla come la pesca matura e frutta tropicale dove è netto il sentore del frutto della passione. Sottili profumi di terziario si sprigionano se si ha la pazienza di far respirare il vino nel bicchiere. Alla beva stupisce per sapidità e mineralità. Morbido, avvolgente, dal carattere definito grazie anche alla sua tannicità ben percettibile. Chiusura leggermente amaricante per un gusto lungo e persistente. Vino equilibrato e dal grande fascino. Inutile dirvi che questa bottiglia sposa egregiamente i piatti del territorio come i cappelletti in brodo, però lo proverei anche con una bella tartare. Servitelo ad una temperatura non troppo fredda non più di 14/16°C

Andataeritorno Ravenna IGT bianco 2022 12,5% (50% “vitigno autoctono romagnolo che possiamo coltivare e vinificare, di cui dobbiamo dare tracciabilità e su cui paghiamo l’Erga Omnes, ma che per legge non possiamo indicare da nessuna parte”, 40% Famoso, 10% Trebbiano e Grechetto Gentile). Già il suo blend la dice lunga su questa bottiglia di vino. Dal colore decisamente giallo ambrato con venature dorate, i profumi sono delicati ed eleganti ma che non peccano di intensità e persistenza. Sentori di agrumato, salvia, e sottile balsamico, compongono questo ampio ventaglio aromatico. Sapore decisamente secco, dove acidità, sapidità e mineralità, sono gli elementi fondanti di questo vino. Un blend che si lascia piacevolmente bere, dalla buona struttura generale dove la tannicità è ben presente ma che garantisce una facilità di beva sorprendente. Vino Equilibrato. Tanti sono i piatti che potremmo abbinare con questa bottiglia. Dalla trota salmonata al forno ai classici tortellini in brodo, per passare all’arrosto di pollo. Ma per i miei gusti con il coniglio in bianco cotto al tegame con i classici aromi sarà imbattibile. Servitelo ad una temperatura non superiore ai 14°C per un bianco dal grande fascino. 

Centesimino Ravenna IGT 2021 14% (100% Centesimino). Dall’omonimo vitigno autoctono coltivato a Oriolo dei Fichi, nasce questo vino dal colore rosso rubino intenso, con leggeri riflessi granati. Profumi delicati e avvolgenti si sprigionano dal bicchiere. Frutta rossa, richiami di rosa, e leggere note speziate compongono la parte olfattiva che si lascia davvero apprezzare per la sua intensità. Alla beva il “Centesimino” si presenta fresco, sapido e leggermente minerale. Vino verticale, croccante, dalla buona la struttura generale, lascia la bocca pulita e ben equilibrata. Chiusura decisamente secca per un gusto lungo e persistente che non lascia dubbi sulla bontà di questa bottiglia. Non è stato facile scegliere un abbinamento. Dei molti esempi fatti durante la degustazione, tutti calzavano a pennello. Un vino versatile, che può essere bevuto a tutto pasto, con piatti rigorosamente di carne, dagli antipasti ai formaggi, passando per primi e secondi piatti. Personalmente preferirei piatti di cacciagione, ma lascio a voi libera scelta. Servitelo a 18°C, apprezzerete tutte le caratteristiche di questo vino. 

Filippo Franchini     

venerdì 25 agosto 2023

 Non solo Cirò
Termine Grosso eccellenza Calabrese

Cirò è sicuramente la zona vitivinicola più conosciuta della Calabria, ma altre stanno piani piano emergendo a testimonianza che questa terra, incastonata tra mari e monti, può riservare mille piacevoli e interessanti sorprese. L’azienda Termine Grosso è una di queste.



Posta a cavallo dei comuni di Roccabernarda e Cutro, nella provincia di Crotone, a due passi dal mar Ionio, coltiva i suoi vigneti su un altopiano a circa 60 m slm con terreni composti da limo e argilla.
Se il cordone speronato è il sistema di allevamento preferito per i vitigni autoctoni (Gaglioppo e Pecorello in primis), il sistema a guyot è riservato agli internazionali che trovano in questo microclima un habitat naturale e perfetto per la loro maturazione.
La vicinanza al mare e soprattutto le forti escursioni termiche che garantisce questa zona, conferiscono alle uve caratteristiche e note del tutto riconducibili al territorio di provenienza. Acidità, mineralità e profumi, sono il filo conduttore di tutta la produzione aziendale, che si parli dei vini bianchi, dei rosati o dei rossi.
Ci accolgono in cantina Antonio e Patrizia, i proprietari. Persone vere, schiette come i loro vini; un’accoglienza festosa, calorosa, tipica calabrese, che ti mette subito a tuo agio. Dalle parole di Antonio trasuda l’amore per questa terra, per la “missione” che insieme alla moglie Patrizia, hanno intrapreso con l’ottica e la consapevolezza di poter produrre vino di alta qualità mettendo la massima attenzione in ogni procedimento, dalla vigna alla bottiglia finale.



Azienda biologica, si coltivano i classici vitigni calabresi: Gaglioppo, Magliocco canino, Magliocco dolce, Greco Bianco, Nerello mascalese, Pecorello, Zibibbo e Malvasia che su questa tipologia di terreno serve a dare struttura (e non profumi) ad alcuni blend. Accanto a queste tipologie trovano spazio anche alcune varietà di vitigni internazionali; Merlot, Cabernet Sauvignon e Franc che come già detto, in questo areale, acquistano caratteristiche particolari.  
Con un potenziale produttivo di circa 100 mila bottiglie, se ne producono realmente non più di 60/70 mila. Antonio ci spiega che questa è stata una scelta pensata, oculata, al fine di poter seguire personalmente tutte le etichette prodotte. “…. Non cerchiamo i numeri anche se potrei, cerco la qualità di ciò che faccio al fine che ogni bottiglia di vino mi crei un’emozione…”  
La raccolta delle uve viene realizzata esclusivamente a mano e ogni tipologia di vitigno, trattato e fermentato separatamente per poi creare i vari blend. Anche l’utilizzo del legno (principalmente tonneaux), per alcune tipologie di vini, è ben dosato e mai invasivo al fine di rispettare al massimo tutte le peculiarità dei vitigni di provenienza.
Durante la visita in cantina, gli assaggi effettuati sono stati molti e tutti interessanti a seconda della tipologia di vino. Quelli che mi hanno colpito maggiormente (del tutto a gusto personale) sono stati i seguenti.


JXP Pecorello Calabria IGP BIO 2022 13° (100% Pecorello). Vinificato e affinato in acciaio, nella sua semplicità, esprime la vera espressione dell’omonimo vitigno. Acidità, sapidità e profumi sono l’essenza di questo vino. Dal colore giallo paglierino chiaro con riflessi verdognoli, al naso si percepiscono sentori di frutta tropicale e agrumi. Un vino che si lascia piacevolmente bere lasciando la bocca fresca e pulita. Ottimo con le verdure fritte oppure con primi piatti a base di pesce, specialmente con vongole veraci oppure ricci di mare. Eccezionale. Servitelo a 8°C ne apprezzerete tutta la sua bontà.

DONNANÒ Calabria IGP 2020 14° (Greco Bianco, Pecorello, Zibibbo e Malvasia). Bottiglia molto particolare, non solo per il blen, ma soprattutto per la tipologia di produzione. Infatti una parte della massa viene passata in anfora di terracotta dove continua la fermentazione, mentre l’altra parte termina la fermentazione in botti di legno di diverso tipo. Questo passaggio non tende a coprire ma anzi esalta le caratteristiche di ogni singolo vitigno. L’affinamento per ulteriori 12 mesi avviene in anfora e botte, per poi terminare il suo percorso in bottiglia dove sosterà 4 mesi prima di essere messo in vendita. Ne risulta un vino complesso dal colore giallo paglierino intenso. Al naso si percepiscono profumi di frutta a polpa gialla matura, camomilla, lieve speziatura e salvia. Buona la struttura generale. Avvolgente, con finale ammandorlato. Fresco, elegante, dal grande impatto. La Signora Patrizia, proprietaria insieme al marito dell’azienda, ci ha consigliato di abbinarlo a un gorgonzola piccante oppure al baccalà alla vicentina. Servitelo ad una temperatura di almeno 10°C anche se qualche grado in più, visto la tipologia, non guasterà.

LUNA PIENA Calabria IGP Rosato BIO 2021 13,5° (100% Gaglioppo). Un rosato che si veste di rosso. Questa è la definizione più appropriata che possiamo usare per questo vino. Ottenuto per criomacerazione e affinamento in acciaio con permanenza sulle fecce fini per circa 4 mesi, ha un colore rosa chiaretto cristallino. Al naso regala sentori tipici di frutta rossa del sottobosco, della fragolina selvatica. Profumi netti, eleganti e persistenti. Al palato si presenta con buona sapidità e acidità, anche se il vino è sicuramente equilibrato avendo la giusta alcolicità e la struttura tipica del Gaglioppo. Lungo e persistente si lascia bere con estrema facilità. Consiglio di abbinare questo vino al Cacciucco alla Livornese. Ha la giusta complessità e profumi per bilanciare uno dei piatti tipici della costa toscana. Per chi invece non ama il pesce, salumi e formaggi potranno essere degli ottimi compagni di viaggio. Servitelo a 12°C.

GOCCE DI FRISIO Calabria IGP BIO 2020 14,5° (80% Gaglioppo, 20% Merlot). I due vitigni vengono lavorati separatamente. Il Gaglioppo viene macerato per circa 7 giorni mentre il Merlot per 25 entrambi a temperatura controllata. Dopo gli 11 mesi in vasca di acciaio il vino viene passato per 8 mesi in tonneaux per poi sostare 3 mesi in bottiglia. Dal colore rosso rubino intenso, al naso è un’esplosione di profumi. Dalla frutta rossa molto matura ai fiori secchi come la rosa. Lasciandolo respirare nel bicchiere, il bouquet olfattivo viene completato dal profumo di tostatura, speziatura di vario tipo e un leggero balsamico che ricorda molto la menta selvatica. Al palato il vino è complesso, morbido, rotondo e avvolgente. La qualità del tannino è fine ed elegante lasciando una bocca pulita e ben equilibrata. Lungo e molto persistente, ha il grande pregio di non appesantire o annoiare il bevitore. Abbinate questo vino con un buon piatto di selvaggina oppure con formaggi stagionati, le vostre papille gustative ringrazieranno. Servitelo a una temperatura di 18°C


Giacinto Verga GV Calabria IGP 2017 15,5° (Gaglioppo, Calabrese Nero, Alicante). Un vero cavallo di razza, nato dopo tanto lavoro, prove e insuccessi. Ma la caparbietà di Antonio, il proprietario, ha portato a questo risultato. Dal colore rosso rubino intenso con riflessi granati, il vino ha un bouquet olfattivo, complesso, intenso, elegante e fine. Una gamma di profumi che variano al passare del tempo. Più il vino sosta nel bicchiere, più esprime tutte le sue potenzialità. Frutta rossa sotto spirito, fiori secchi e tutta una gamma di terziari che accarezzano delicatamente il naso. Al palato il vino è complesso, strutturato. Tannini presenti ma di ottima qualità. Anche in questo caso, l’eleganza è la nota davvero sorprendente. I 15 mesi di bottiglia prima della messa in commercio, armonizzano questo nettare divino. Questo vino è molto versatile, abbinabile con piatti dalle lunghe cotture, può essere utilizzato anche come vino da meditazione, magari davanti al focolare mordicchiando un pezzo di formaggio molto stagionato e perché no, una scaglia di cioccolato. Servitelo alla temperatura di 18°C


Filippo Franchini     

martedì 27 giugno 2023

Azienda Agricola Olivastri Tommaso. Storia di famiglia e di vino

 

Lungo la magnifica Costa dei Trabocchi, a San Vito Chietino (CH), si trova l’Azienda Agricola Olivastri Tommaso. Ci accoglie Chiara che rappresenta, insieme alle sorelle, la quarta generazione di vignaioli. Gentile, professionale, ci fa sentire come a casa. La cantina è a conduzione familiare per un totale di 15 ettari vitati di cui 4 appena impiantati, per una produzione, a seconda dell’annata, di circa 30/40 mila bottiglie. Pur mantenendo un carattere artigianale, si producono ottimi vini di qualità dai tipici vitigni abruzzesi: Passerina, Pecorino e Cococciola sulla costa dove il terreno è sabbioso; il Trebbiano e il Montepulciano d’ Abruzzo invece più verso l’interno dove troviamo un terreno argilloso.

La filosofia aziendale è quella di imbottigliare vini in purezza per rispettare al massimo le caratteristiche di ogni singola uva, esaltandone qualità e caratteristiche. Il sistema di allevamento è quello a tendone abruzzese tipico della zona.L’azienda produce anche un ottimo olio EVO dalle varietà Leccino e Gentile di Chieti. Ne abbiamo potuto provare la bontà e qualità grazie alle bruschette preparate per la degustazione dei vini. 

I nostri assaggi sono iniziati con L’Ariosa Abruzzo Passerina DOC 2022 13º. Vinificato e affinato in acciaio, si presenta di colore giallo paglierino chiaro con profumi intensi di frutta fresca e fiori bianchi. Le sottili note di menta selvatica completano il bouquet olfattivo. Ideale per aperitivi e antipasti leggeri a base di pesce. 

Abbiamo proseguito con L’Ariosa Abruzzo Cococciola DOC 2022 13,5º. Dal colore giallo paglierino poco intenso, presenta profumi eleganti, sottili ma ben distinguibili che si alternano nel bicchiere con una bella successione. Note agrumate, mela verde, e fiori bianchi come la ginestra, spicca per acidità e sapidità. Buona la persistenza. Vino che sposa degnamente la cucina di mare della Costa dei Trabocchi anche se potremmo spingere l’abbinamento anche su qualche formaggio fresco. 

Il terzo vino che abbiamo degustato è stato L’Ariosa Abruzzo Pecorino DOC 2022 14,5º. Dal giallo paglierino intenso, questo bianco esprime un bouquet olfattivo di prima qualità. Dalla frutta bianca fresca a quella tropicale. Note di fiori bianchi, salvia e balsamico. Al palato esprime tutta la sua ricchezza: sapidità, acidità e ottima struttura generale. Lungo e persistente. Un vino che non ama le mezze misure. Pesce al forno, piatti elaborati e carni bianche (coniglio e pollo soprattutto) sono gli abbinamenti più consigliati. 

Non potevamo tralasciare il Marcantonio Cerasuolo d’Abruzzo DOC 2022 14,5º. Vinificato e affinato solo in acciaio, colpisce per il suo colore cristallino e lucente. Nel bicchiere si sprigionano profumi intensi di ciliegia, fragola e melograno insieme a quelli di fiori freschi rossi. Il bouquet olfattivo è decisamente fine ed elegante con tutti gli aromi che delicatamente accarezzano il naso. Gusto sapido, fresco con ottima struttura generale. Lungo e persistente. Chiusura finemente ammandorlata. Un vino che si lascia bere con estrema facilità. Ottimo con un piatto tipico della tradizione abruzzese: ‘sagne e fagioli’ rosse. Da buon toscano però, sarei molto curioso di abbinare questo vino a un cacciucco alla livornese. 

Abbiamo concluso il nostro viaggio all’interno della produzione aziendale con il vino La Carrata Montepulciano d’Abruzzo DOC 2016 14,4°. E’ l’unica tipologia che faccia passaggio in legno. Dopo la vinificazione che avviene in acciaio a temperatura controllata, il vino affina per ben tre anni in acciaio, poi viene posto per 18 mesi in barriques di cui la metà di primo passaggio e l’altra metà di secondo passaggio. Dopo la permanenza in legno, La Carrata torna ancora in acciaio dove rimarrà per altri 6 mesi. Ma la sua maturazione, non finisce qui. Prima che sia messo in commercio, resterà per altri 6/8 mesi in bottiglia. 

Ne consegue un vino complesso, strutturato, opulento, destinato a durare nel tempo. Dal colore rosso rubino inteso con piccole sfumature granate, risulta impenetrabile quasi a macchiare il bicchiere. Bellissimi i sentori di frutta sotto spirito, accompagnati da profumi speziati, tostatura, cuoio, tabacco e balsamico. Al gusto è davvero potente, importante, nonostante un tannino presente ma mai troppo invasivo. Sapidità e acidità rendono questo vino equilibrato. Lungo e persistente, lascia in retro olfattiva sentori delicati di caffè e cioccolato che di fatto arricchiscono ancora di più questo cavallo di razza. Vino che predilige piatti di carattere, soprattutto la selvaggina da pelo. Ottimo anche come vino da meditazione, magari accompagnato da qualche formaggio ben stagionato e perché no, anche da scaglie di cioccolato. Lo abbiamo anche degustato in abbinamento ai dolci fatti in casa sapientemente preparati per l’occasione dalla mamma. Credetemi, un vero paradiso!

La produzione aziendale comprende altri due vini. Il Santa Clara Trebbiano d’Abruzzo DOC e La Grondaia Montepulciano d’Abruzzo DOC che torneremo sicuramente a degustare. 

Esperienza magnifica per un viaggio all’insegna di una famiglia, impegnata direttamente e in prima persona in tutte le fasi produttive. Amore per questa terra e dedizione al lavoro svolto, sono le basi che hanno mosso e muovono tutt’oggi la Famiglia Olivastri, impegnati nella produzione di vini di qualità nel pieno rispetto della natura e della storia.

Concludo con le parole di Gabriele d’Annunzio “San Vito è la mia Mecca, la mia città santa a cui vanno le più alte aspirazioni dell’essere”. Aggiungere altro sarebbe impossibile. 

Filippo Franchini